YAMAHA › YAMAHA YZE 750

Stéphane Peterhansel mancò di poco la vittoria alla Parigi-Dakar 1989, ma la sua YZE darà vita alla nuova Yamaha Tenére del 1991

 

Nata nel 1978, e dominata dal 1983 dai bicilindrici, più veloci e più elastici, la Parigi-Dakar è sempre stata teatro di una lotta accanita tra i bicilindrici e i monocilindrici. Una competizione dalla quale i mono, pur non avendo mai vinto la corsa, hanno tratto tutti i vantaggi.

All'inseguimento dei bicilindrici

L'ultima evoluzione del monocilindrico giunge nel 1987 con gli 820 cc Suzuki e con questa Yamaha 750, le più grandi mono mai viste: sebbene la loro potenza sia ancora inferiore di 10-15 CV ri­spetto a quella delle bicilindriche, conservano il vantaggio del peso e della maneggevolezza. La YZE, la più sofisticata, con raffreddamento a li­quido e la testata a 5 valvole, si rivela veloce e molto affidabile, e Stéphane Peterhansel manca di poco la vittoria alla Parigi-Dakar del 1989. La cor­sa sarà vinta dalla Honda bicilindrica di Lalay e le Yamaha YZE finiranno seconda, quarta e quinta con Picco, Peterhansel e Neveu.

Dalla corsa alla produzione

Dall'anno seguente, anche la Yamaha arriverà al bicilindrico, anche per mettere in pista una versione da corsa della sua "Super Tenére" apparsa nel 1990, che si rivelerà regina della manifestazio­ne nel 1991. Per il suo monocilindrico, però, non è ancora tutto perduto e la YZE delle Parigi-Dakar 1988 e 1989 servirà di base per un nuovo model­lo in produzione, la Tenére 660 cc presentata nel 1991, il cui motore riprende tutti gli sviluppi spe­rimentati sulla YZE.

CARATTERISTICHE TECNICHE

Motore: monocilindrico a 4 tempi raffred­dato ad acqua • 752 cc - Monoalbero a camme in testa - 5 valvole - oltre 60 CV a 6500 giri - Cambio a 5 velocità - Telaio a culla sdoppiata • Sospensione ant. Kaya-ba, post. con monoammortizzatore Oh-lins • Pneumatici Michelin: ant. 19 o 21", post. 18" • Serbatoi: 35 1 l'anteriore più 18 1 il posteriore • oltre 185 km/h